L’odierno aggiornamento ( Spec II o 1.40) di Gran Turismo 7 (trovate qui i dettagli), è stato considerato da molti il “killer” di Forza Motorsport, uscito lo scorso 10 ottobre e reboot dell’ormai quasi ventenne saga rivale di GT. Vuole essere effettivamente questo?
Sicuramente Poliphony Digital ha voluto lanciare un forte messaggio agli studi di Turn10, soprattutto dopo il lancio non idilliaco del loro nuovo titolo; è comunque doveroso specificare che, da sempre, lo studio capitanato da Kazunori Yamaguchi abbia avuto molto a cuore gli interessi della community: i vari fix ai bug, la ristrutturazione del sistema economico di gioco (che inizialmente spingeva tanto sulle microtransazioni) , l’aggiunta periodica di auto (dettagliate fino al midollo) amate dai fan e le recenti feature aggiunte (AI Sophy in particolare) fanno essere PD uno studio di alto calibro, composto da persone che amano ciò che fanno.
Ma in fondo, tutto questo lavoro è dovuto. Ci si scorda, troppo spesso, che Gran Turismo 7 sarebbe dovuto essere, a detta dello studio, un vero e proprio “ritorno alle origini”; non è stato così, almeno non del tutto. L’idea di far uscire il gioco anche su PlayStation 4 (figlia della crisi dei chip per cui PS5 era introvabile) e la visione Sony riguardo l’IP causarono problemi di sviluppo non indifferenti; di conseguenza questi problemi resero la versione di GT7 al lancio (4 marzo 2022) castrata: la carriera era (ed ancora rimane) corta e priva di una progressione stimolante, l’economia di gioco (come già detto prima) spingeva sul grinding compulsivo; insomma, si potrebbe stare ore a parlare di tutto ciò che non andava (ed ancora non va) all’interno dell’opera. Certo, non si parla affatto di un lancio simile a quello di Cyberpunk 2077, ma sarebbe ipocrita dire che il gioco fosse uscito in uno stato idilliaco, ancora purtroppo non raggiunto.
La risposta alla domanda posta inizialmente, dunque, è ni. La 1.40 di GT7 non ha avuto come solo obiettivo quello di far pura concorrenza a Forza, poiché il gioco deve ancora arrivare ai livelli delle promesse fatte dallo studio di Tokyo e, da appassionato della saga, spero vivamente che un giorno si possa tornare ai livelli qualitativi di un tempo.
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