Nelle ultime giornate due gravissimi episodi di hackeraggio hanno coinvolto aziende come Uber e Rockstar Games.
Uber per prima si è vista violare i suoi sistemi di sicurezza interni, nonostante ciò, specifica come alcun dato sensibile riguardante i suoi utenti è stato sottratto. E se per quest’ultima la situazione sembra essere del tutto gestibile di certo non possiamo dire lo stesso per quanto riguarda Rockstar Games. Sottratti dagli archivi dell’azienda, infatti, un totale di 90 clip riportanti importanti fasi di sviluppo dell’attesissimo “Grand Theft Auto VI”, con pezzi del codice sorgente di questo e del precedente capitolo che hanno causato a Take Two Interactive un danno economico di circa mezzo miliardo di dollari.
Dopo un momentaneo e confuso silenzio che hanno seguito le vicende, Rockstar si mostra in una nota ufficiale in cui conferma gli accadimenti esprimendo un forte rammarico per tutti i fan e gli addetti ai lavori per le modalità nelle quali è stato mostrato al pubblico il frutto di anni di lavoro. Si tratta forse del più grande episodio di violazione nella storia videoludica e la compagnia risponde cercando di rimuovere tutti i contenuti dalle principali piattaforme per limitare i danni. L’FBI nel frattempo indaga su dei giovani britannici, un gruppo meglio conosciuto come Lapsus$, i quali sembrano essere i principali sospettati.
Sia il team di Uber, che in particolar modo alcuni forum composti da hacker, attribuiscono la colpa ad un giovane che sembra essere il leader della banda, un sedicenne di Oxford che in passato era già stato arrestato dalla polizia londinese poiché coinvolto in una vicenda analoga. Ad aggiungere un ulteriore disagio alla vicenda, la banda protagonista di altre violazioni verso Samsung, Microsoft, Nvidia e Cisco sembra aver inoltre avanzato alla società anche un riscatto economico.
Di sicuro un capitolo buio per l’azienda che ha voluto però rassicurare il pubblico precisando come ciò non rappresenti un’interferenza per i piani futuri dello sviluppo del nuovo titolo.
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