Dopo solo 14 mesi dal lancio, Google ha deciso di ripensare il supporto alla sua piattaforma di streaming, chiudendo tutti i team interni dedicati allo sviluppo di giochi, passando il 100% delle risorse al supporto di titoli terze parti.
Il general manager di Stadia, Phil Harrison, ha confermato che i due studi di Montreal e Los Angeles verranno chiusi, abbandonando completamente i sogni e le ambizioni di produrre grandi esperienze first party esclusive alla propria piattaforma. Google ha comunque tenuto a specificare che tutti i dipendenti interessati alle modifiche non verranno lasciati senza lavoro, ma verranno ricollocati in altri ruoli all’interno della compagnia. Tra questi qualcuno ricorderà esserci Jade Raymond, che ha però deciso di abbandonare completamente la grande G per esplorare nuove opportunità.
In ogni caso il servizio streaming continuerà a funzionare, mentre tutta l’attenzione della compagnia verrà spostata dai giochi alla tecnologia, andando a supportare in maniera sempre più attiva tutti gli sviluppatori intenzionati a portare i propri prodotti su Stadia.
Speriamo fortemente che gli sforzi di Google nel mercato videoludico non finiscano qui, e che questa riorganizzazione possa portare i frutti sperati. Purtroppo la compagnia ci ha abituato alla repentina chiusura dei progetti ritenuti fallimentari e speriamo che questo non sia uno di quelli.
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