Per troppo tempo il mondo dei videogiochi è stato erroneamente considerato una nicchia dominata dagli uomini, con pochi spazi riconosciuti alle donne, sia come personaggi giocabili sia come protagoniste dietro lo schermo. Tuttavia, la realtà è ben diversa e merita di essere celebrata.
Le donne, sia reali che virtuali, hanno lasciato un segno indelebile nel settore. Personaggi iconici come Chun-Li di Street Fighter e Lara Croft di Tomb Raider hanno sfidato gli stereotipi di genere, mostrando che anche le donne possono essere potenti protagoniste in giochi tradizionalmente associati a uomini. Lara Croft, in particolare, è stata la prima donna a diventare una vera e propria star del mondo videoludico, tanto da guadagnarsi un posto nel Guinness dei Primati come “eroina dei videogiochi più famosa”.
Non solo protagoniste virtuali: anche dietro lo sviluppo dei videogiochi le donne hanno avuto un ruolo importante. Joyce Weisbecker è stata la prima sviluppatrice di videogame della storia, creando titoli per la console RCA Studio II negli anni ’70, aprendo la strada a una generazione di donne programmatrici.
Oggi, le gamer girl sono una realtà consolidata, anche se ancora circondate da pregiudizi. Molte sono riconosciute ormai simbolo di dedizione e passione, impegnate a trasmettere l’entusiasmo per il gaming in un contesto ancora dominato da stereotipi.
In un mondo che sta evolvendo, è fondamentale riconoscere il contributo delle donne, non solo nella giornata dell’8 marzo, ma ogni giorno. Rispettiamo il loro impegno, la loro passione e il loro ruolo fondamentale nel mondo dei videogiochi, perché, come si suol dire, “sono l’altra metà del cielo”.
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